Turchia, ergastolo all’attivista Pinar Selek. L’appello del mondo della cultura

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3′ di lettura

La scrittrice, sociologa e attivista turca Pinar Selek è stata condannata all’ergastolo: dopo sei mesi d’attesa, la Corte Suprema turca ha annullato la quarta assoluzione ed emesso un mandato d’arresto internazionale dall’effetto immediato. La militante è accusata da Istanbul di complicità con i curdi del Pkk sin dal 1998, quando fu arrestata e torturata in carcere. Una catena di accuse false che ha sempre respinto e che la costrinsero all’esilio nel 2009, quando si trasferì in Germania, per due anni e mezzo, prima di riparare in Francia dove ha vissuto a Strasburgo, quindi a Lione e a Nizza. Luoghi da cui ha continuato a spendersi per i diritti delle minoranze, delle donne e contro la criminalizzazione dell’immigrazione.

Il verdetto

“La decisione, notificata agli avvocati di Pinar Selek il 6 gennaio 2023, è stata presa dal Tribunale penale di Istanbul prima che i giudici si pronuncino in una prima udienza, fissata per il 31 marzo 2023. Tali provvedimenti, particolarmente gravi per portata e conseguenze nei confronti di Selek, vengono presi in un contesto di restrizione delle libertà e di crescente violenza da parte delle autorità turche contro tutte le minoranze e gli oppositori politici, in particolare contro i curdi, sia in Turchia che in altri paesi”, fa sapere la casa editrice Fandango Libri che di Pinar Selek ha pubblicato nel 2020 Le formiche festanti e prima La maschera della verità (2015), La casa sul Bosforo (2018) e Lontano da casa(2019). “Dopo torture e prigionia per le sue ricerche sociologiche sui curdi, le autorità turche hanno trasformato la Selek in una ‘terrorista’ fabbricando gli elementi necessari per dimostrare contro ogni evidenza che fosse l’autrice dell’esplosione del mercato delle spezie di Istanbul nel 1998” accusa la casa editrice. Dalla Francia, da dove rischia di essere estradata nonostante la cittadinanza francese, dichiara che “questo processo continua da 25 anni. La metà della mia vita. Rappresenta un sistema radicato in Turchia da molto più tempo, e riflette la continuità del regime autoritario e repressivo. Si tratta di una sentenza iniqua, basata su documenti falsificati, in continuità con gli oscuri meccanismi in vista delle elezioni. Fino a oggi ho resistito e sono andata avanti a lavorare sui miei temi di ricerca, a riflettere profondamente, in modo strutturato, e ad agire e a vivere come una formica festante. Non mi arrendo”.

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Una lunga odissea e la solidarietà globale

Il 21 giugno 2022 l’agenzia di stampa statale turca ha annunciato che la Corte Suprema aveva annullato la quarta assoluzione di Pinar Selek, emessa il 19 dicembre 2014 dal Tribunale penale di Istanbul. In precedenza, Selek era apparsa in tre procedimenti penali che l’avevano dichiarata innocente, durante i 25 anni di persecuzione politico-giudiziaria. Grande la solidarietà e il sostegno dal mondo della ricerca, degli intellettuali e della cultura. I collettivi solidali con la scrittrice chiedono – riporta nella nota Fandango Libri – “a tutti i parlamentari e ai leader politici che negli ultimi mesi hanno mostrato il loro sostegno a Pinar Selek di agire energicamente con il governo affinché le fornisca tutta la sicurezza e la protezione che lo Stato francese deve a uno dei suoi connazionali. La nazionalità francese di Pinar Selek non è sufficiente per proteggerla”. Le stesse voci rinnovano la loro richiesta al “Presidente della Repubblica francese di un sostegno fermo e incondizionato nonché di una protesta ufficiale alle autorità turche”. E poi caldeggiano una manifestazione a Istanbul il 31 marzo “per chiedere verità e giustizia per Pinar Selek”.

Protagonista del libro “Le vittoriose”

Pinar Selek è una delle venti protagoniste intervistate da chi scrive nel libro Le vittoriose, pubblicato dal Sole 24 Ore nel 2020. Il volume raccoglie le interviste-ritratti a  donne internazionali forti, tenaci, che con la loro attività costituiscono un esempio: tra esse anche la premio Nobel per la pace liberiana Leymah Gbowee, la scrittrice e premio Pulitzer americana Anne Applebaum, l’economista e attuale direttrice della London School of Economics Nemat Shafik, la scrittrice spagnola Almudena Grandes (scomparsa nel novembre 2021), l’ex parlamentare europea ungherese e leader delle donne socialiste a Bruxelles Zita Gurmai. In quel colloquio Pinar Selek racconta delle proprie origini armene – tema del libro La maschera della verità – e dell’importanza del riconoscimento del genocidio, dei valori in cui crede e nel nome dei quali porta avanti la sua battaglia.

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Source: ilsole24ore.com