Ucraina: i tank Leopard dalla Polonia, il via libera dalla Germania

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La Germania è pronta ad autorizzare la Polonia ad inviare carri armati Leopard all’Ucraina. Lo ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Durante la riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi dell’Unione Europea prevista per domani a Bruxelles, i ministri degli Esteri di Lituania (Gabrielius Landsbergis), Lettonia (Edgars Rinkēvičs) ed Estonia (Urmas Reinsalu) ribadiranno la necessità di sbloccare l’invio dei carri armati Leopard all’Ucraina. Sulla sua pagina Twitter, Rinkēvičs ha dichiarato che sottolineerà inoltre la necessità di fornire all’Ucraina sistemi di difesa aerea. Reinsalu ha a sua volta annunciato che la sua attenzione sarà ugualmente rivolta all’abbassamento del tetto imposto al costo del petrolio. Baerbock ha riferito che la Germania “non si opporrà” al desiderio della Polonia di inviare carri armati Leopard di fabbricazione tedesca in Ucraina, se Varsavia chiederà l’autorizzazione. “Se ci viene posta la richiesta, allora non ci opporremo”, ha detto la ministra tedesca alla televisione francese Lci dopo il vertice tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. “Per il momento la domanda non è stata posta” dalla Polonia, tenuta a fare richiesta ufficiale a Berlino, ha detto Baerbock. “Sappiamo quanto siano importanti questi carri armati ed è per questo che ne stiamo discutendo ora con i nostri partner. Dobbiamo assicurarci che le vite delle persone vengano salvate e il territorio dell’Ucraina liberato”, ha aggiunto.

La questione della fornitura di carri armati Leopard a Kiev avrebbe causato tensioni tra Stati Uniti e Germania tali da provocare uno scontro tra il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, e il più stretto consigliere del cancelliere tedesco Olaf Scholz, Wolfgang Schmidt. A sostenerlo è il Süddeutsche Zeitung in un articolo rilanciato dai media ucraini. Secondo la pubblicazione, Washington si sarebbe particolarmente indignata per il fatto che il governo tedesco abbia pubblicamente stabilito condizioni per la fornitura dei Leopard all’Ucraina, accettando il trasferimento solo se gli Stati Uniti avessero fornito i loro tank Abrams. “Gli alleati Nato della Germania hanno reagito con aperta incomprensione o rabbia malcelata alla decisione del cancelliere Olaf Scholz di non promettere di fornire all’Ucraina carri armati Leopard. Il tono nel governo degli Stati Uniti è stato particolarmente tagliente”, si legge nell’articolo. Secondo quanto riferito, Austin avrebbe tentato invano alla riunione di Ramstein di ottenere impegni per la fornitura dei carri tedeschi. La pubblicazione riporta il disaccordo di Austin con il più stretto collaboratore di Scholz e che l’incontro tra i funzionari sarebbe stato “teso”. Inoltre, secondo il giornale, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Jake Sullivan avrebbe criticato aspramente le azioni della Germania in una conversazione telefonica con il consigliere del cancelliere tedesco Jens Pletner.

In Italia, inizia lunedì mattina nell’Aula della Camera l’esame del decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina, un provvedimento già approvato dal Senato e che dovrebbe ricevere il via libera definitivo da Montecitorio entro giovedì. Si tratta di un passaggio che dovrebbe confermare quanto avvenuto a Palazzo Madama e in Commissione, vale a dire la compattezza della maggioranza sul sì al provvedimento, con la Lega che però solleva dubbi sull’efficacia delle sanzioni alla Russia, e una nuova differenziazione nelle opposizioni, con Pd e Terzo Polo a sostegno dell’appoggio militare a Kiev, e M5s e Avs contrari all’invio di armi, tra le quali – ha confermato il ministro Antonio Tajani – dovrebbero esserci i nuovi missili terra-aria di costruzione franco-italiana.

 “Il sesto decreto ci sarà e penso sarà condiviso da quasi tutto il Parlamento. Darà agli ucraini la possibilità di difendersi dagli attacchi aerei. Vuol dire missili che abbattono altri missili”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante ‘Che tempo che fa’ su Rai 3.

“Siamo proprio curiosi di vedere come si comporteranno le varie opposizioni, Pd, 5 Stelle, Verdi e gli altri – ha commentato il capogruppo di Fdi Tommaso Foti – con la certezza che quel fronte sia destinato a spaccarsi”. Concetto ripetuto anche da Giovanni Donzelli, Emanuele Loperfido ed Elisabetta Gardini. La “certezza” espressa da Foti si basa anche su quanto avvenuto la scorsa settimana nelle Commissioni Esteri e Difesa: qui M5s, con Marco Pellegrini, ha affermato che “il decreto, prorogando l’invio di armi, allontana l’obiettivo di salvaguardare le vite umane e prolunga la durata di un conflitto”.

Tesi subito contestata dai Dem con Piero Fassino, che ha sottolineato come piuttosto sia la parità militare di Kiev e Mosca a costringere Putin a trattare. Opinione sostenuta anche dagli esponenti del centrodestra. M5s e Nicola Fratoianni hanno presentato due emendamenti, bocciati dalle Commissioni, che chiedevano che ciascun invio di armi sia autorizzato dal Parlamento. Una dialettica, che però non si traduce in una divisione nel voto, si registra nel centrodestra con la Lega che contesta l’efficacia delle sanzioni contro la Russia: lo ha fatto Simone Billi in Commissione così come Massimiliano Romeo in Senato. Ma il problema sarà nel campo delle opposizioni: a fronte, anche oggi, del convinto sì dei due candidati alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini ed Elly Schlein al sostegno militare a Kiev, si contrapporrà un nuovo “niet” di Giuseppe Conte che però, come al Senato non farà ostruzionismo. Finora, con altrettanti decreti ministeriali, ci sono stati nel 2022 cinque invii di armi e in una intervista al Corriere della Sera il ministro Tajani ha spiegato che è in preparazione “il sesto pacchetto”, nel quale dovrebbero esserci i missili terra-aria Samp-T, di fabbricazione italo-francese, essenziali per la difesa aerea dell’Ucraina per abbattere i missili russi e i droni forniti dall’Iran” ma anche “altre azioni a cui lavoriamo riservatamente”. L’Italia, del resto “sostiene ogni pista possibile per arrivare a una pace giusta, che significa l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha sottolineato osservando che se è vero che “il conflitto deve finire al più presto, allora per i Paesi alleati dell’Ucraina deve essere ben chiaro che dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare questa nazione nella sua battaglia per l’indipendenza”. Il Parlamento, ha infine rassicurato, “sarà sempre informato di ogni iniziativa e di ogni eventuale futuro invio di materiale militare. Ricordo che il decreto Ucraina ha esteso al 2023 la possibilità di forniture. Rispetteremo l’impegno preso”.

Source: ansa.it