La Commissione chiede tabelle di marcia per lo stop alla pesca di fondo nelle aree protette entro il 2030
BRUXELLES – Una tabella di marcia per eliminare gradualmente la pesca di fondo, come lo strascico, in tutte le aree marine protette entro il 2030. Lo propone la Commissione europea nell’ambito del pacchetto pesca sostenibile presentato oggi. L’obiettivo non è vincolante.
“Chiederemo agli Stati membri di darci una tabella di marcia entro il 2024, crediamo siano tutti consapevoli della necessità di fare progressi sulla pesca sostenibile e la tutela degli ecosistemi, soprattutto nel Mediterraneo”, spiegano dalla Commissione europea. Oltre al Piano d’azione per le aree marine protette, il pacchetto prevede misure per aumentare la selettività delle catture e migliorare la trasparenza per l’attribuzione delle quote pesca a livello nazionale per premiare di più le pratiche sostenibili e la piccola pesca. “La politica comune della pesca datata 2013 – spiegano dalla Commissione – ha tutti gli strumenti per affrontare le sfide della sostenibilità, ma serve applicarla pienamente”.
“In generale nel Mediterraneo si notano miglioramenti per alcuni stock ittici, mentre altri sono ancora a rischio, e solo dopo una piena applicazione del Piano il Mediterraneo occidentale potremo tirare le somme”. Lo ha detto il Commissario Ue alla Pesca Virginijus Sinkevicius a margine della presentazione del nuovo pacchetto Ue per la pesca sostenibile. “Ringrazio le comunità della pesca” del Mediterraneo, “che stanno facendo grandi sforzi” per riportare lo sfruttamento degli stock ittici a livelli sostenibili. Il piano per il Mediterraneo, che coinvolge Italia, Spagna e Francia, “è pensato proprio per garantire la pesca sostenibile, che fa parte della cultura e dei mezzi di sostentamento delle comunità costiere, alle quali dobbiamo continuare ad assicurare un settore profittevole e resiliente”.
Plauso per l’abbandono della pesca a strascico in tutte le aree protette entro il 2030 proposto dalla Commissione europea nell’ambito del pacchetto pesca sostenibile, “ma il divieto sarebbe dovuto essere un requisito minimo immediato”. Lo fa sapere Oceana, in merito alla comunicazione della Commissione appena pubblicata, precisando che le Aree marine in quanto “protette” devono essere esenti dalla pesca distruttiva.
Pur esortando gli Stati ad agire su alcune aree protette entro il 2024, Oceana evidenzia che il calendario della Commissione per l’eliminazione completa di questa pratica è stata posticipato al 2030, il chè significa che la approva ancora per 7 anni. Inoltre, fa ancora notare Oceana, al di fuori delle aree protette, non propone alcuna visione strategica per l’abbandono di questa pratica di pesca obsoleta e dispendiosa, notoriamente incompatibile con gli impegni dell’Ue in materia di clima e biodiversità. Il pacchetto di comunicazioni, secondo Oceana, è “un tentativo di apporre una sottile patina verde sulla normale amministrazione”.
“Nel bel mezzo delle crescenti crisi climatiche e della biodiversità occorre un’azione urgente da parte degli Stati dell’Ue per adempiere ai propri obblighi e un’energica applicazione delle norme da parte della Commissione: è giunto il momento che intraprenda un’azione concreta, aprendo nuove procedure d’infrazione a carico degli Stati membri per la mancata attuazione della Politica comune della pesca e protezione della natura marina e ponendo l’oceano in cima all’agenda politica e legislativa dell’Ue”, si legge in una nota.
“Sulla tutela delle specie ittiche nelle aree marine protette l’Italia è all’avanguardia perché nelle 29 Aree marine protette e nei due parchi sommersi che tutelano complessivamente 228 mila ettari di mare e 700 chilometri di costa è bandita da sempre qualsiasi forma di pesca a strascico”, ha fatto all’ANSA Fedagripesca-Confcooperative, commentando la proposta della Commissione europea. “Nonostante le ristrettezze progressive che vanno avanti da anni con limitazione dei quantitativi di pescato e dei giorni di pesca – tiene a sottolineare Fedagripesca – la Commissione europea vuole ampliare il divieto di pesca a strascico a tutte quelle aree già sotto tutela con il sistema delle quote o dei calendari di pesca: l’effetto sarebbe quello di trasformare il Mediterraneo in un grande acquario, relegando i pescatori in una piccola riserva, avremmo così tanti pesci in mare e pochi nei piatti”.
Source: ansa.it