L’unità su Kiev un monito anche a Pechino, ma il G7 non chiude alla Cina
Il G7 brandisce la difesa e il sostegno dell’Ucraina contro l’aggressione della Russia fino a quando sarà necessario come monito alla Cina, dimostrando che l’Occidente è unito e compatto. A definire i contorni della nuova postura, il comunicato approvato a Hiroshima dal presidente Usa Joe Biden e dagli altri leader delle sette economie più sviluppate ha segnalato un approccio allineato in nove punti per ridurre i rischi posti dalla Cina, verso cui resta però la disponibilità a cooperare nel rispetto delle regole.
La linea sulla seconda economia mondiale
Il comunicato, diffuso poco prima dell’arrivo a Hiroshima del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, stabilisce la necessità di ridurre i rischi con Pechino, ma non di svincolarsi dalla seconda economia mondiale. «I nostri approcci politici non sono progettati per danneggiare la Cina né cerchiamo di ostacolarne progresso e sviluppo economico», hanno sottolineato i leader, perché «una Cina in crescita che rispetti le regole internazionali sarebbe allora di interesse globale». Allo stesso tempo, è il passaggio successivo, «riconosciamo che la resilienza economica richiede la riduzione dei rischi e la diversificazione» con provvedimenti, individuali e collettivi, «per investire nella nostra dinamicità economica. Ridurremo le dipendenze eccessive nelle nostre catene di approvvigionamento critiche».
Pace e stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan
Riguardo a Taiwan, il G7, citando il delicato dossier per il terzo anno di fila, ha ribadito «l’importanza di pace e stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan, indispensabili alla sicurezza e alla prosperità nella comunità internazionale», assicurando sia che «non vi sono cambiamenti di base tra i membri del G7, inclusa la dichiarazione sulla politica della “Unica Cina”», sia che l’invito è quello di «risolvere con mezzi pacifici le questioni».
Pechino irritata, isola una parte «inalienabile»
L’associazione di pace e stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan alla sicurezza e alla prosperità della comunità internazionale, ha causato una dura reazione di Pechino. «Incurante delle serie preoccupazioni della Cina, il G7 ha insistito nel manipolare le questioni relative a Taiwan, diffamandoci, attaccandoci e interferendo in modo grossolano nei suoi affari interni», ha replicato una dura nota del ministero degli Esteri diffusa in tarda serata. Pechino considera l’isola una parte «inalienabile» del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario. Di tenore opposto, di «sincero ringraziamento», è stato invece il commento di Taipei alla mossa del G7 con cui ha chiesto «di continuare a cooperare contro l’autoritarismo». I Sette Grandi hanno anche attaccato sul fronte delle tensioni nei mari Cinese meridionale e orientale sulla base di «una forte opposizione a ogni tentativo unilaterale di modificare lo status quo con forza o coercizione», in aree strategiche dell’Indo-Pacifico.
Intelligenza artificiale, Metaverso e calcolo quantistico
Il comunicato ha toccato anche la cooperazione con Pechino, affermando che il gruppo delle economie più industrializzate è pronto per relazioni costruttive e stabili, riconoscendo l’importanza di coinvolgere il Dragone in settori quali la crisi climatica e la biodiversità, la conservazione delle risorse naturali e la sostenibilità del debito dei Paesi vulnerabili. La dichiarazione invita inoltre la Cina a fare pressioni sulla Russia affinché fermi l’aggressione militare contro l’Ucraina. Mentre sulle tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, Metaverso e calcolo quantistico, i leader hanno chiarito che «la governance dell’economia digitale dovrebbe continuare ad essere aggiornata in linea con i nostri valori democratici condivisi». La sfida alla Cina è appena agli inizi.