Sisma, Unicef: fino a 5mila bambini rimasti soli in Turchia

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In Turchia i bambini rimasti soli – tra orfani e quanti sono ancora alla ricerca propri genitori – sono tra i 1000 ed i 5000. ‘Il numero di bambini che rimangono senza famiglia sta aumentando a dismisura. Siamo partiti il primo giorno da 500 bambini ed ora – spiega la direttrice per l’Unicef per la Turchia Regina De Dominicis – siamo tra i 1000 ed i 5000 perché le cifre aumentano di ora in ora. Quando i genitori vengono portati in ospedale, spesso succede che non sopravvivano e questo sta accadendo in tutte le province’.
    “Come Unicef stiamo lavorando con il ministero della famiglia e gli affari sociali – sottolinea l’esponente dell’Unicef – abbiamo creato una linea d’emergenza, quando i bambini vengono trovati in strada o in ospedale o accanto alle macerie lavoriamo alla riunificazione familiare. Grazie a questo tipo di intervento per molti bambini è stato possibile ritrovare nonni o zii che erano in altre città. Sono tantissimi quelli che si sono potuti ricongiungere e questa è la parte positiva della storia”.
    Tra di loro c’è anche Elif (nome di fantasia), 12 anni, ha perso la madre e tutta la sua famiglia. Quando ha incontrato la nonna di 83 anni, malata, che viveva in un’altra città, le ha detto: “Nonna non ti preoccupare, so che è tanto difficile stare senza la tua bambina però adesso ci sono io”.
    “Cercava di rincuorare sua nonna – ricorda la rappresentante dell’Unicef – per aver perso la figlia, ma per lei quella donna era sua madre. Mi ha toccato, era diversa dalle altre bambine”.
    In Turchia, secondo De Dominicis, hanno “un sistema di accoglienza familiare abbastanza sviluppato” e i bambini da zero a tre anni solitamente vengono affidati alle famiglie. Negli orfanatrofi quindi prima del terremoto vivevano soltanto minori dai tre ai 17 anni. “Sono le child home, le case del bambino, dove ci sono – puntualizza – i bambini abbandonati. Queste case del fanciullo erano o danneggiate o comunque non erano più sicure per i bambini. Per fortuna fino adesso nessuna casa del bambino è crollata. Abbiamo evacuato come Unicef, ma su richiesta e con la stretta collaborazione con il ministero della Famiglia e degli Affari sociali, un totale 700 orfani”. Da Kaharamanmaras, Gaziantep, Adiyama e Hatay i bambini sono stati trasferiti a Bursa, Nigde, Konya, Izmir, Ankara e Kocaeli. E’ invece in corso il trasferimento da Osmaniye a Eskiserhir, da Kilis a Kirsehir e a Istanbul. Quanto all’approvvigionamento di generi di prima necessità “molte cose le compravamo qui per mandarle in Ucraina ed in Polonia. Come ad esempio 300 indumenti invernali per i bambini e 13mila kit igienici per le famiglie destinati all’Ucraina, abbiamo dovuto ritardarle di un giorno, e le abbiamo utilizzate qui in Turchia visto che in alcune zone la temperatura segna meno 8”.
    Gli operatori umanitari conoscevano già molte delle persone che ora stanno aiutando: “Erano già poveri, già provati da traumi e molti dalla guerra. Ad una emergenza non conclusa, ora – constata De Dominicis – se ne è aggiunta un’altra”.
   

Source: ansa.it