BRUXELLES – Ad un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’unità di cooperazione giudiziaria dell’Ue (Eurojust) lancia le operazioni del Core International Crimes Evidence Database (Ciced), una banca dati giudiziaria su misura per conservare, archiviare e analizzare le prove dei principali crimini internazionali in modalità sicura. “Niente può compensare la terribile perdita e distruzione che il popolo ucraino ha subito dall’inizio di questa guerra”, ha dichiarato il presidente di Eurojust, Ladislav Hamran, in conferenza stampa, illustrando le iniziative messe in campo per “dare un sostegno concreto alle autorità che lavorano per ottenere giustizia per le vittime di questi orrendi crimini”.
Il database Ciced, che supporterà le indagini nazionali e internazionali facendo luce sui singoli reati, ma anche sulle azioni sistemiche che vi sono dietro, verrà utilizzato per le inchieste sui crimini internazionali commessi in Ucraina e in altri altri conflitti. Hamran non ha specificato quanti dati sono stati raccolti finora, mentre la rappresentante dell’Ucraina a Eurojust, Myroslava Krasnoborova, ha riferito che nel paese sono stati registrati più di 71mila presunti crimini di guerra dall’inizio della guerra. “L’atrocità e la distruzione in Ucraina sono senza fine” ha dichiarato Krasnoborova, mettendo in evidenza la difficoltà nello svolgimento delle indagini, anche in considerazione dell’elevato numero di casi segnalati.
Tra le azioni intraprese da Eurojust, anche l’istituzione, annunciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, del Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione (Icpa), con l’obiettivo di sostenere e migliorare le indagini sul crimine di aggressione, assicurando prove fondamentali e facilitando il processo di costruzione del caso in una fase iniziale.
Il centro farà parte dell’attuale struttura di supporto per la squadra investigativa congiunta, creata nel marzo dello scorso anno su iniziativa di Polonia, Ucraina e Lituania, con il sostegno di Eurojust. Al team investigativo hanno aderito in seguito Estonia, Lettonia e Slovacchia, Romania, nonché l’Ufficio del Procuratore presso la Corte penale internazionale (Cpi).
“La costituzione della squadra investigativa comune” che garantisce l’allineamento tra le indagini sui crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, il genocidio e il crimine di aggressione “ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta negli sforzi di responsabilità” ha spiegato la procuratrice ucraina Krasnoborova. “Allo stesso tempo – ha aggiunto – è nostra ferma convinzione che l’impunità per il reato di aggressione non dovrebbe mai essere accettata”.
Eurojust ospita anche il segretariato della rete sul genocidio, che riunisce competenze uniche in materia di perseguimento di gravi crimini internazionali. In collaborazione con la rete sul genocidio e l’ufficio del procuratore presso la Cpi, sono state emanate linee guida pratiche per le organizzazioni della società civile sulla documentazione dei principali crimini internazionali. L’Agenzia, infine, contribuisce alla task force Freeze and Seize della Commissione europea per il congelamento e il sequestro degli asset russi appartenenti a individui sanzionati per l’invasione dell’Ucraina.
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, sono stati registrati oltre 71 mila crimini di guerra, rende noto Krasnoborova, nella conferenza stampa in cui sono state illustrate le iniziative messe in campo dall’unità di cooperazione giudiziaria dell’Ue per dare un sostegno alle autorità nazionali nel perseguimento dei crimini di guerra commessi in Ucraina.
Finora sono 296 gli individui accusati di crimini di guerra, di cui 26 sono stati processati e condannati, ha spiegato la procuratrice, specificando che le condanne hanno riguardato diversi reati, tra cui stupro, trattamento crudele dei civili e bombardamento di edifici residenziali. “L’atrocità e la distruzione in Ucraina sono imponenti e senza fine” ha dichiarato Krasnoborova, sottolineando la difficoltà nello svolgimento delle indagini, anche in considerazione dell’elevato numero di casi segnalati. “Questo danno – ha aggiunto – non può essere riparato, ma ciò che possiamo fare è garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia”.
Source: ansa.it