I punti chiave
2′ di lettura
Investire l’India e il suo leader, Narendra Modi del ruolo di mediatore per facilitare la pace in Ucraina. La missione indiana della premier Giorgia Meloni non si limita al consolidamento delle relazioni diplomatiche e commerciali con Nuova Delhi, che da oggi sono elevate a partenariato strategico, ma incrocia, e non poteva essere altrimenti, il conflitto russo-ucraino, anche per effetto della concomitanza con il G20 dei ministri degli Esteri, in corso nella capitale indiana.
Meloni chiama Modi
«Modi – ha sottolineato la premier nelle dichiarazioni alla stampa rese dopo il colloquio all’Hyderabad House, la residenza del primo ministro – conosce perfettamente la posizione italiana di pieno sostegno all’Ucraina. Credo che condividiamo l’auspicio che l’India, in qualità di presidente del G20, possa avere un ruolo centrale per facilitare un percorso verso la cessazione delle ostilità e una pace giusta». Modi, del resto, rimarca che «sin dall’inizio del conflitto ucraino l’India ha detto che la questione si può risolvere solo con dialogo e diplomazia: siamo prontissimi a contribuire a qualsiasi progetto per la pace». Il superlativo assoluto colpisce ma il diverso posizionamento rispetto al conflitto resta. La neutralità indiana non si allenta.
Loading…
Le distanze sulla condanna della Russia
Nel documento rilasciato al termine del bilaterale, una dichiarazione congiunta Italia-India, risalta il punto 5, l’unico non congiunto: «L’Italia ribadisce la forte condanna» nei confronti dell’aggressione russa contro l’Ucraina, mentre, ed è il punto successivo, Roma e Nuova Delhi coincidono nuovamente nel chiedere un’immediata cessazione delle ostilità e nell’esprimere preoccupazione per la crisi umanitaria in atto.
Non restare inerti
Nel pomeriggio, dopo aver rischiato di incrociare il ministro degli Esteri Lavrov, che ha tenuto una lunga conferenza stampa nello stesso albergo in cui alloggiano Meloni e il vicepremier Tajani, la premier ha aperto come ospite l’ottava edizione della conferenza Raisina Dialogue, un forum geopolitico di particolare rilievo nell’area. Davanti a una platea composta oltre che da osservatori ed esperti di diplomazia anche da ministri degli Esteri del G20, Meloni praticamente fa un appello: «Non possiamo rimanere inerti di fronte a questa provocazione contro il cuore della Carta delle Nazioni Unite», un attacco che non mette a rischio solo l’Europa ma rischia di «minare la stabilità in tutto il mondo. Non possiamo permettere che la legge del più forte superi la forza della legge».
Source: ilsole24ore.com