Ecco l’audio di Prighozin, il capo della Wagner che ora preoccupa anche il Cremlino

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Evghenij Prigozhin, comandante della Compagnia militare privata Wagner, ha risposto con un audio diffuso via Telegram dal suo servizio stampa a un messaggio dell’agenzia Reuters, che chiedeva un commento sulle dichiarazioni rilasciate lunedì scorso dal ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. Secondo cui «l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane» sarebbe parte «di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi africani».

Libia, Mali, Mozambico, Repubblica Centrafricana e Siria sono tra i Paesi in cui i “musicanti” di Prigozhin – che spesso fanno riferimento al proprio gruppo chiamandolo “l’orchestra” – hanno radicato la propria presenza combattendo per conto di regimi disposti a ricambiare il favore con concessioni e diritti di sfruttamento delle risorse nazionali. Il tutto senza mai chiamare direttamente in causa il Cremlino. L’”orchestra” è una milizia privata.«Prima ci chiamavano compagnia privata Wagner, poi siamo diventati il gruppo Wagner – dice nell’audio Prigozhin, impegnato in questa fase nell’assedio di Bakhmut nel Donbass -. Ora viene fuori che siamo la divisione Wagner. Allora, questa divisione Wagner pronuncia la parola Italia in questa risposta per la prima volta dopo molti, molti anni. Noi non siamo al corrente di cosa stia accadendo con la crisi dei migranti, non ce ne occupiamo. Abbiamo il nostro mucchio di affari nostri. Per questo si può dire con certezza soltanto una cosa, che Guido Crosetto è un c… assoluto, un idiota. Che dovrebbe guardarsi meno in giro e occuparsi dei problemi propri, che a quanto pare si è perso».

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Quando parla di «mucchio di affari nostri» Prigozhin non esagera. Nei giorni scorsi lui stesso aveva definito molto pesante la situazione a Bakhmut, che i russi chiamano Artemovsk. Una guerra che Wagner sta combattendo senza avere le spalle coperte, senza munizioni adeguate e copertura ai fianchi, impegnata in uno scontro con i generali di Mosca e il ministero della Difesa. In più, il Cremlino avrebbe iniziato a preoccuparsi per le ambizioni di Prigozhin, che a fine guerra potrebbe chiedere una ricompensa in termini di potere politico.

Ne parla l’Institute for the Study of War, nel suo ultimo rapporto, citando un politologo vicino al Cremlino, Aleksej Mukhin. L’11 marzo scorso Prigozhin aveva dichiarato di volersi presentare alle elezioni presidenziali ucraine del 2024: una frase, accusa Mukhin, che in realtà nasconderebbe l’intenzione di candidarsi sì, ma in Russia, sempre nel 2024. Al voto che deciderà la parte finale del destino di Putin. Mukhin attacca Prigozhin su vari fronti: è la prima volta che le critiche al comandante di Wagner arrivano dalla parte del Cremlino. Lo accusa di essersi alienato gli altri comandanti, e di aver messo in pericolo la vita dei propri uomini a Bakhmut, dove si attende la controffensiva ucraina. Secondo l’ISW, il Cremlino e i vertici militari hanno iniziato a percepire Prigozhin come una minaccia al regime di Putin: potrebbero dunque trasformarlo in un comodo capro espiatorio per tutto quanto sta accadendo a Bakhmut, e per l’altissimo numero di perdite tra i suoi stessi “musicanti”.

Source: ilsole24ore.com

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