Una grande città, polo logistico e militare della Russia meridionale, cruciale per i collegamenti con la vicina Ucraina e con la Crimea annessa da Mosca. È Rostov sul Don, la città di cui dopo una notte di confusione e caos, Yevgeny Prigozhin ha rivendicato di aver preso il controllo dei siti militari.
Snodo cruciale per l’Ucraina
Rostov sul Don è il maggiore centro urbano della Russia meridionale e si colloca intorno al decimo posto tra le città più popolose del Paese con oltre un milione di abitanti. Dista un centinaio di chilometri dal confine con l’Ucraina ed è per questo che è così importante per le operazioni militari di Mosca nel Paese invaso nel febbraio 2022.
Decima città russa
La città ha una grande importanza strategica perché sede del comando del distretto militare meridionale e del comando centrale per il gruppo congiunto delle forze in Ucraina. Quindi la città rappresenta un hub logistico cruciale per quella che Mosca chiama ’l’operazione speciale” in Ucraina. Non solo, ma si trova lungo la diretttrice che porta a Krasnodar e Kerch, la città da cui parte il ponte per la Crimea inaugurato nel 2018 e fondamentale in quanto unico passaggio terrestre diretto tra la Russia e la Crimea. Viene considerata la «porta del Caucaso» perché collega la Russia con la regione montuosa ricca di materie prime.
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu controllata per alcuni mesi dalle forze tedesche e subì gravi danni per i bombardamenti.
Putin ammette le difficoltà
Quella che Vladimir Putin oggi ha ammesso essere «una situazione difficile» a Rostov a causa della “rivolta armata” potrà avere immediate conseguenze sul conflitto in Ucraina. Nei video postati questa mattina su Telegram, Prigozhin ha affermato di essere con i suoi mercenari nella sede del comando militare di Rostov, ma ha sostenuto che non intende bloccare lo sforzo bellico russo.