È di almeno sette feriti, di cui tre gravi il bilancio di un attacco condotto con un’auto e una sparatoria in Pinchas Rosen Street a nord di Tel Aviv, in Israele. Lo conferma la polizia israeliana parlando di attacco terroristico, mentre i video condivisi sui social mostrano l’aggressore morto a terra. Una fonte della polizia citata da Haaretz afferma che l’assalitore, alla guida di un’auto, ha prima puntato verso una fermata di un autobus e poi ha iniziato a sparare sulle persone presenti. L’uomo è stato poi neutralizzato ucciso da un civile israeliano armato che era sul posto.
“L’eroico attacco a Tel Aviv è la prima risposta ai crimini dell’occupazione contro il nostro popolo a Jenin”. È quanto afferma il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, dopo l’attacco che ha ferito almeno sette persone. “L’occupazione pagherà il prezzo per i suoi crimini contro Jenin”, ha aggiunto Qassem, “lodiamo gli eroi del nostro popolo e i combattenti a Jenin”. Lo riporta il Jerusalem Post.
Almeno 10 israeliani uccisi in operazione militare a Jenin
Sul fronte della sicurezza, potrebbe invece concludersi nel giro di pochi giorni, quindi ben prima del previsto, la massiccia operazione militare attuata dall’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania. Secondo il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari, l’operazione – soltanto l’ultimo, in ordine di tempo, di una serire di blitz e interventi che si suggeono da mesi – ha già raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi e con meno resistenza o complicazioni secondarie di quanto previsto dall’intelligence. Il portavoce dell’Idf ha spiegato che i militari avevano individuato alcune dozzine di obiettivi da eliminare in termini di centri di comando del terrore e depositi di armi ed esplosivi. Tutti tranne una decina di quei luoghi sono stati già distrutti o neutralizzati il primo giorno dell’operazione, molti nelle prime due ore in attacchi dell’aeronautica, ha spiegato Hagari.
Nell’attacco dell’esercito israeliano a Jenin sono almeno 10 i palestinesi uccisi dalle truppe schierate sul campo. Il ministero della Sanità palestinese parla anche del ritrovamento “di un corpo” in città di cui “ancora non si conosce l’identità”. La stessa fonte ha riferito di oltre 100 feriti, 20 dei quali in modo grave. Confermata anche l’uscita dal campo profughi di 3.000 persone (18mila circa gli abitanti) mentre l’esercito israeliano ha negato con forza di aver ordinato ai residenti l’abbandono del luogo ed ha definito la notizia “senza basi”.
Esercito Israele: “Esodo iniziativa degli abitanti”
Il 3 luglio, al termine della prima giornata di combattimenti a Jenin “1.500-3.000 abitanti hanno lasciato la scorsa notte le proprie abitazioni, di propria iniziativa”, ha spiegato la radio militare, respingendo così affermazioni di fonte palestinese secondo le quali l’esodo sarebbe stato imposto loro dall’esercito. La radio pubblica Kan ha aggiunto che lo sgombero di quelle famiglie è stato coordinato dalla Mezzaluna Rossa (equivalente locale della Croce Rossa). Gli sfollati hanno scelto per lo più di trasferirsi, per il momento, in zone agricole vicine a Jenin. Fonti militari hanno aggiunto che nel primo giorno di operazioni i militari sono riusciti a catturare 120 ricercati, su una lista di 160 nominativi. Le nuove ricerche adesso si concentrano sui membri di due cellule responsabili di recenti attacchi, fra cui la uccisione di un israeliano presso l’insediamento ebraico di Hermesh, in Cisgiordania.