(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Borse europee deboli nell’ultima seduta della settimana: i listini mettono alla prova la tenuta dei recuperi registrati nelle ultime due giornate. Sotto osservazione rimangono i titoli delle banche, alla luce del decreto sugli extra profitti pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale e in attesa dei possibili interventi dei partiti nel corso della conversione in legge, e Telecom Italia, maglia rosa tra le blue chip dopo l’annunio della firma del memorandum of understanding tra il ministero dell’Economia e Kkr sull’offerta per la rete. Il FTSE MIB di Piazza Affari perde così terreno insieme agli altri indici continentali.
In Asia, dove Tokyo è chiusa per festività, le quotazioni sono penalizzate dalla debolezza del settore tech cinese. Sul fronte macro, i future sui Fed Funds considerano probabile all’89% che la Fed interrompa i rialzi dei tassi in settembre dopo che ieri il dato sull’inflazione di luglio è salito meno delle attese.
Euro poco mosso su quota 1,10 dollari
Sul mercato valutario, l’euro è in lieve calo sulla soglia degli 1,10 dollari a 1,0999 da 1,1018 ieri in chiusura. La moneta unica vale anche 159,19 yen (da 159,12), mentre il rapporto dollaro/yen è a 144,72 (da 144,39). Poco mosso il prezzo del petrolio: il contratto consegna ottobre sul Brent scivola dello 0,08% a 86,33 dollari al barile e quello scadenza settembre sul Wti cede lo 0,04% a 82,79 dollari. Fermo il prezzo del gas naturale ad Amsterdam +0,05% a 37,1 euro al megawattora.
Dopo dodici mesi consecutivi di calo, a luglio l’inflazione negli Stati Uniti ha ripreso a salire anche se si ferma al 3,2%, sotto le attese degli analisti che scommettevano sul 3,3 per cento. È bastato questo a riaccendere nei mercati la speranza che a settembre la Fed farà un’altra pausa nei rialzi dei tassi, tenendo il costo del denaro fermo in attesa di capire se i prezzi hanno imboccato definitivamente la strada giusta.