Qatargate: la difesa di Tarabella ricusa il giudice istruttore Claise

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L’accusa di essersi «precostituito» un’opinione sulla colpevolezza di Marc Tarabella piomba sul giudice istruttore belga Michel Claise. Il procedimento sulle euro-tangenti pagate da Marocco e Qatar si arricchisce di un nuovo colpo di scena, dopo che il difensore dell’eurodeputato socialista, l’avvocato Maxim Toeller, ha presentato un’istanza di ricusazione del magistrato, bloccando il nuovo giro di udienze cautelari previste al Palais de Justice di Bruxelles.

Il procedimento, dunque, subisce un momentaneo stop nell’attesa che sull’istanza dei legali di Tarabella si pronunci la Corte d’appello. Il punto è che secondo l’avvocato Toeller, «la presunzione di innocenza» del parlamentare Ue espulso dal gruppo S&D «è stata calpestata in diverse occasioni, tanto da giustificare una contestazione al giudice istruttore incaricato del caso». Va detto che l’inchiesta del giudice Claise è basata sostanzialmente sulle accuse che negli ultimi mesi arrivano dai due principali indagati: il lobbista Pier Antonio Panzeri e il suo braccio destro Francesco Giorgi, già collaboratore dell’eurodeputato Andrea Cozzolino e marito dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili, entrambi in arresto.

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Secondo la difesa di Tarabella, il giudice Claise scrive nell’ordinanza di arresto che «le posizioni pubbliche dell’imputato erano inizialmente contro il Qatar, e poi tali posizioni si sono ribaltate dal momento in cui sono stati rilevati i movimenti sospetti di fondi». Eppure, fa notare ancora l’avvocato Toeller, «il fascicolo non rivela alcun movimento di fondi sospetti in capo a Marc Tarabella», in quanto non risulta alcuna «analisi finanziaria». L’ipotesi del movimento di fondi, infatti, nasce da due interrogatori. Il 10 dicembre scorso Panzeri ha detto che per gli interessi del Qatar in Ue, Tarabella «è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro». Il 13 dicembre, invece, Giorgi ha affermato che «i deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino».

Nell’istanza di ricusazione, dunque, si afferma che il giudice Claise «fa chiaramente sentire la sua opinione sulla colpevolezza di Tarabella», aggiungendo che «sembra chiaramente dare per scontati i fatti contestati». L’avvocato Toeller ha concluso che «in questa inchiesta abbiamo l’impressione che la detenzione preventiva sia usata per fare pressione» sugli indagati e «per ottenere qualcosa» da coloro che «ricorrono allo status di pentito», come Panzeri.

Intanto, l’ex vicepresidente del Parlamento Ue Eva Kaili, in carcere dal 9 dicembre scorso, è tornata a chiedere la libertà condizionale o la detenzione domiciliare. Ancora una volta in ballo ci sono le condizioni della sua detenzione. Nella serata di mercoledì, inoltre, dieci europarlamentari italiani del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) – Massimiliano Smeriglio, Brando Benifei, Beatrice Covassi, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Daniela Rondinelli, Franco Roberti e Achille Variati – hanno diffuso una missiva inviata alla presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, nella quale chiedevano di vigilare sulle condizioni di detenzione di Eva Kaili con particolare attenzione al suo diritto di madre di stare con la figlia di 24 mesi.

Source: ilsole24ore.com