Labomar, private equity al posto della Borsa

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A due anni e mezzo dal debutto, Labomar esce da Piazza Affari e prende il treno del private equity. Lbm next, newco partecipata da Lbm (holding di controllo della stessa Labomar, riconducibile al presidente, amministratore delegato e fondatore Walter Bertin) e da Claudio de Nadai (azionista della prima ora della società), lancia un’offerta pubblica di acquisto volontaria e totalitaria a 10 euro per azione, per un controvalore massimo di circa 60 milioni di euro. L’opa è promossa in concerto con il veicolo Ccp n.72 limited, veicolo societario inglese controllato da Charterhouse, Lbm Holding, Claudio De Nadai e
Master Lab (quest’ultimo è l’anchor Investor che ha sostenuto Labomar fin dal suo ingresso in Borsa) e lo stesso Bertin.L’obiettivo è il delisting della società della nutraceutica, che era sbarcata sull’Aim (l’attuale Egm) nell’ottobre del 2020 al prezzo di 6 euro per azione, collocando 4.983.250 azioni ordinarie per un controvalore di 29,9 milioni di euro.

«Sono molto soddisfatto dell’esperienza vissuta durante il periodo di quotazione, e confido che lo siano altrettanto gli Investitori che hanno creduto fin dall’inizio nel nostro progetto, per questo li ringrazio – spiega Walter Bertin -. Ma altrettanto credo che, in un momento storico come quello attuale, contraddistinto dall’esigenza di agire con rapidità e
determinazione, per poter cogliere tutte le opportunità di sviluppo che il mercato ci concede, sia necessario condividere con maggiore rapidità, grande flessibilità, ed unione di intenti, le decisioni che continuamente azionisti e amministratori sono chiamati ad assumere. La prospettiva di una partnership con un primario fondo di private
equity internazionale come Charterhouse mira proprio a raggiungere questi obiettivi».

L’offerta ha per oggetto massime 5.987.486 azioni, rappresentative del 32,393% del capitale sociale di Labomar; si tratta del totale delle azioni sul mercato, dedotte le partecipazioni di LBM Holding e di Claudio De Nadai le quali, subordinatamente al successo dell’operazione, saranno oggetto di conferimento. L’offerta è condizionata al raggiungimento di una soglia di possesso del 90% delle azioni (il 74% è già nella
titolarità di LBM holding, Master Lab e Claudio De Nadai): in caso di successo, gli azionisti che aderiranno all’offerta riceveranno, come detto, un corrispettivo pari a 10 euro per azione (con un premio del 14,1% rispetto al prezzo ufficiale di venerdì scorso in chiusura).

È previsto l’apporto, a titolo di versamento in conto futuro aumento di capitale, di 59,874 milioni di euro «volto a fornire all’offerente la provvista finanziaria necessaria per il pagamento dell’esborso massimo dell’offerta». E’ prevista, tra le altre cose, l’adozione di un nuovo patto parasociale essenzialmente volto a regolare la futura corporate
governance di Lbm Next e un aumento di capitale a pagamento in natura, inscindibile, per 124,965 milioni riservato a Lbm e Cdn (detiene attualmente lo 0,5% del capitale). Il periodo di adesione sarà concordato con la Consob e avrà durata tra i 15 e i 40 giorni. Lbm Next è assistito da Intesa Sanpaolo Divisione IMI-CIB quale advisor finanziario e da Pavia e Ansaldo Studio Legale quale advisor legale. Charterhouse è assistito da Gianni & Origoni quale advisor legale. L’operazione «da un punto di vista strategico e commerciale, l’offerta è finalizzata alla realizzazione di un progetto di crescita e sviluppo del business dell’emittente e delle sue controllate mediante l’integrazione delle competenze imprenditoriali dei soci rilevanti».

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